INTERVISTA A “TREE-TOWER”
Chi va piano va sano e lontano…per questo abbiamo aspettato un po’ prima di pubblicare l’intervista a Tree-Tower.
E’ stata Logic Way a passare il testimone a Tree-Tower “perché nell’innovazione è fondamentale la conoscenza”.
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Valeria: Buongiorno Francesco Biancalani!
Come forse già sai, nel corso di queste interviste non necessariamente si parla di lavoro, anzi. Però da lì si parte, quindi ecco la classica domanda iniziale: di cosa vi occupate tu e il tuo socio Marco Paggi?
Francesco: ci occupiamo di nuovi software che servono a simulare situazioni più diverse. Siamo partiti da una simulazione che si occupa di capire se i materiali hanno una vita più o meno lunga, se hanno una resistenza più o meno lunga, quali possono essere le criticità di un nuovo materiale, con quale materiale può essere sostituito. Non vediamo tuttavia solo l’aspetto ingegneristico, come possono fare alcuni nostri competitor o potenziali competitor. Il nostro valore aggiunto è dato dal fatto di valutare anche l’impatto economico all’interno del ciclo di produzione. Ad esempio, io potrei sostituire, per avere una migliore conduzione elettrica, il rame con l’argento però appare chiaro che i costi sarebbero talmente proibitivi da non convenire a livello economico. L’impatto sui conti economici dell’azienda sarebbe insostenibile.
Rispetto a quanto mi hai detto, perché il nome Tree-Tower? Dovrei cogliere delle analogie tra ciò di cui vi occupate e il nome dell’azienda?
Il nome Tree-Tower nasce, intanto, per omaggiare la città di Lucca, la torre con gli alberi.
Ma pensa! Sinceramente non lo avevo messo in relazione, pensavo a chissà quale collegamento …
….Poi ci piaceva questa doppia T.
Noi siamo uno spin-off della scuola IMT Alti Studi Lucca e TT sta per Trasferimento Tecnologico, per l’appunto.
E poi, se si mettono due TT molto vicine, diventa un Pi greco che è una lettera molto importante per la scienza e per le discipline STEM in generale, un numero molto speciale che tutti un po’ conoscono.
Infine, i colori: TREE è verde, con un occhio verso il futuro, verso l’ambiente e TOWER invece è grigio come qualcosa costruito dall’uomo.
Molto bello, l’avete inventato voi o siete stati aiutati da qualche esperto in comunicazione?
No no, è farina del nostro sacco.
La tipologia dei vostri clienti qual è? Chi è che si rivolge a voi?
Come policy aziendale tuteliamo molto la privacy del cliente quindi, se non è lui che dichiara sul proprio sito Internet la collaborazione con noi o non ci dà un consenso esplicito a fare il suo nome, noi non lo facciamo. I nostri clienti sono tipicamente aziende manifatturiere, dove con la parola manifattura si intende un po’ di tutto, escludendo forse solo il settore alimentare. Si va dalla produzione di vestiti, carta, cartone a situazioni oil&gas – quindi manifattura in senso lato – a tutto ciò che comporta problemi legati ai materiali.
In quanti siete a lavorare?
In questo momento siamo in poche persone. In prospettiva pensiamo di strutturare la cosa per avere più personale full-time oltre che per stimolare ricadute positive a livello economico sociale del territorio di Lucca.
Territorio cui siete molto legati, se ho ben capito. C’è qualcosa a cui avete lavorato che può essere considerato un vostro successo e qualcosa che invece avreste potuto fare meglio?
Un nostro successo è legato al fatto che abbiamo supportato, nella realizzazione di un nuovo prodotto, un’azienda che poi ha presentato anche un brevetto. Abbiamo anche un mercato che guarda all’estero, lavoriamo con importanti multinazionali estere. Noi siamo una realtà locale ma possiamo definirci “glocal”. Locale perché siamo in Toscana ma gran parte del fatturato del 2022 sarà con l’estero. Questo credo sia un nostro successo. Poi c’è anche il fatto che lavoriamo su progetti con aziende locali.
Cosa si potrebbe migliorare? Tante cose…
Vabbè partiamo da una. In fondo, non è tanto che esistete.
Noi siamo partiti il 4 aprile 2019, poi è arrivato il Covid. Il 2020 e 2021 sono stati anni horribilis perché eravamo partiti da poco, con una struttura non ancora consolidata ma minima. Quello che è stato fatto è che siamo riusciti ad avere un’ottima resilienza, stando molto attenti a ridurre i costi il più possibile per avere sia una situazione economica ma anche finanziaria che non desse criticità rilevanti. Adesso, che siamo in epoca post-pandemica o almeno post-emergenziale, posso dire che lo abbiamo fatto con ottimi risultati. Cosa migliorare? Sulla comunicazione non è stato investito tantissimo e nel 2023 pensiamo di farlo, anche per identificare gli stakeholder e andare a parlare direttamente con i nostri potenziali clienti.
Voi siete uno spin-off di IMT Alti Studi di Lucca e credo di poter dire che siete ancora molto coinvolti con la Scuola. Siete i due soci di Tree-Tower ma insegnate anche all’IMT.
Sì, siamo due soci. Marco Paggi, che è Professore ordinario della Scuola IMT Alti Studi Lucca e io che sono ricercatore della Scuola IMT Alti Studi Lucca.
In qualche modo c’è ancora un travaso di competenze
Certo, per noi è importante essere spin-off per vari motivi, tra cui anche il fatto che qualcosa è stato gemmato da questa scuola di eccellenza.
Per alleggerire l’intervista e non parlare solo di lavoro e cose serie, ti chiedo di individuare tre pregi del tuo socio..
Disponibile, Competente, Eclettico.
Vi siete conosciuti a IMT?
Esatto, lui era Professore Associato e io Dottorando. Era il 2013.
Come valuti la vostra esperienza al Polo?
Un’esperienza positiva. Credo che difficilmente, per un’azienda giovane e non ben strutturata, sia semplice reperire un ufficio. Qui abbiamo una stanza dalle dimensioni giuste, almeno per il momento. Spero che tra un po’ diventi sotto dimensionata…e poi al Polo si può fare network, sia con le aziende insediate che partecipando a eventi organizzati dal Polo o dalle aziende stesse tipo “Hi!Network Lucca”, organizzato da Hastega, Genau e altri soggetti che gravitano intorno al Polo, che in quel caso specifico era uno sponsor. Il fatto poi di avere già molte situazioni chiavi in mano, tipo gli arredi dell’ufficio. Di solito uno prende uno spazio in affitto e poi lo deve arredare “a norma”. Deve essere tutto a norma e per un’azienda piccola, soprattutto in una fase di early stage startup non dico che sia impossibile ma è comunque una difficoltà. Il fatto che si riesce a fare un’economia di scopo su alcune cose, tipo le sale riunioni che magari una startup utilizza una/due volte al mese.
I due soci di Tree-Tower cosa fanno nella vita, oltre che lavorare e fare ricerca?
Personalmente faccio trekking, padel, o meglio, cerco di giocare a padel. In teoria vorrei tornare anche un po’ in piscina ma, dopo il Covid, non ci sono più tornato. Il 28 febbraio del 2020 mi ero appena riscritto in palestra…
Infine non poteva mancare qualche gioco da tavolo!
Cosa è che ti piace del gioco da tavolo?
Il fatto che alcuni giochi da tavolo ti fanno sia socializzare, sia ragionare in modo strategico. Rappresentano un ottimo sistema per socializzare perché molti di noi oggi impiegano il proprio tempo stando davanti al pc per lavoro, per guardare un film, per chattare, nel nostro caso per fare simulazioni numeriche. Quello che mi piace nel gioco è che si torna tutti in presenza, fisicamente, a fare qualcosa. C’è poi un discorso di strategia ma anche psicologico perché hai modo di ragionare, a livello psicologico, con le persone. Chi gestisce un’azienda in fondo deve fare questo: strategia e psicologia sono le parole chiave.
…Allora, vedi, l’intervista è stata indolore…si conclude adesso con la consueta domanda: chi vuoi nominare per la prossima intervista e perché?
Hastega! Loro sono partiti qualche anno fa in 3 o 4 e oggi sono più di 20 e, sono sicuro, cresceranno ancora. E’ un’azienda che riesce a integrare la parte più nerd con la parte più estetica, perché si occupano di app (e non solo) sicché per loro è molto importante fare un prodotto che sia anche bello e facile da usare.
Hastega, arrivo!